militare – Cia&Friends http://lilith2.net Aus dem Leben gewaltfreier Stofftiere Tue, 13 Dec 2016 17:08:58 +0000 de-DE hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.5.2 Obama e Palestina http://lilith2.net/obama-e-palestina/ Thu, 11 Jun 2009 20:53:56 +0000 http://lilith2.net/?p=366 Donkey killed by Isreali settlers

Donkey killed by Isreali settlers

Sono stata in Palestina, sempre nelle colline a Sud di Hebron, per un paio di mesi questa primavera, ed è stato davvero tosto.
La primavera porta sempre un aumento della tensione soprattutto legata alla lotta per la terra.

I pastori approfittano delle giornate tiepide e dell’erba nuova per provare a riprendersi della siccità sempre incombente. Anche quest’anno è iniziato a piovere con un mese di ritardo con grande preoccupazione per i raccolti, che potrebbero non arrivare a maturare prima della grande secca estiva.
E così anche quest’anno, ad una maggior attività dei palestinesi sulle proprie terre è seguita una maggior attività da parte dei coloni con minacce, attacchi e veri e propri raid punitivi.
Le elezioni di questa primavera, che hanno portato alla formazione di un governo fortemente spostato verso l’estrema destra e verso il movimento dei coloni più estremisti,ha sicuramente rafforzato il clima di collusione e di omertà fra coloni estremisti e organi dello stato.
Un esempio significativo di questo è quello che è accaduto lo scorso 5 aprile quando un gruppo di soldati assieme al coordinatore per la sicurezza della colonia di Ma’on hanno prelevato 3 ragazzini che stavano accompagnando le pecore al pascolo (età dai 10 ai 14 anni). I soldati hanno portato i bambini dentro la colonia dove sono stati presi in consegna da 6 coloni mascherati che li hanno picchiati e poi lasciati andare.
Anche le espansioni degli insediamenti continuano, con la costruzione di nuove strade, case, infrastrutture, a danno di campi e case delle comunità palestinesi.

Intanto il signor Tony Blair, rappresentante del Quartetto per il Medio Oriente, è venuto fino a Tuwani per una mezzoretta (portato dall’ufficio locale delle PNU, ma non ci abbiamo creduto fino a che non l’abbiamo visto..) ed è riuscito nell’incredibile compito di dire che la vita dei Palestinesi deve migliorare sostanzialmente, soprattutto nella possibilità di costruire infrastrutture senza mai nominare l‘ Occupazione, o ipotizzare il ritiro dei coloni… però il fatto che sia arrivato fino a Tuwani è sicuramente un grosso aiuto a livello di advocacy e lo è stato in parte anche come visibilità per quest’area.

Questo per me è stato il primo indicatore di una posizione diversa della comunità internazionale nei confronti del conflitto in Palestina/israele. in particolare mi sembra che il cambio dell’amministrazione statunitense abbia portato ad un orientamento diverso anche nelle politiche americane verso il Medio Oriente.
Hillary Clinton e poi Obama si sono espressi ripetutamente contro l’espansione delle colonie israeliane nei Territori Occupati, escludendo esplicitamente anche le formule ambigue usate dalle precedenti amministrazioni che chiedevano lo stop delle colonie ma ammettendo la costruzione in terreni già destinati a ad area residenziale (la pianificazione territoriale uno degli strumenti utilizzati dal governo israeliano per espandere gli insediamenti ), l’espansione legata alla crescita naturale (chè è una cosa non concessa ai palestinesi nei loro aree abitative, per esempio etc…).

Qui sotto riporto il discorso di Obama al Cairo (nella traduzione pubblicata da Repubblica) nella parte riferita al conlitto israeliano-pakestinese. Credo sia interessante da leggere proprio perché rappresenta un netto ed esplicito cambiamento rispetto alle politiche precedenti. Poi, se sono rose fioriranno. Per me resta comunque imprescindibile un impegno a fianco di chi resiste alla violenza e all’occupazione e costruisce giustizia e pace, in Palestina, Israele e ovunque…. resto convinta che diritti umani, pace, giustizia debbano essere costrutiti dal basso con un impegno e un cambiamento popolare e nonviolento…. poi ben vengano i contributi costruttivi dall’alto.

infine se volete vedere qualche foto di Tuwani, potete visitare la fotogallery.

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Notizie dai Territori #1: heroes from the hills http://lilith2.net/notizie-dai-territori-1-heroes-from-the-hills/ Sat, 12 Apr 2008 22:12:40 +0000 http://lilith2.net/?p=70 13.4.2008

Adesso sono ad Hebron che mi riposo dalla notte in bianco e domani riparto per twani. I miei colleghi mi hanno raccontato degli ultimi avvenimenti nelle colline
e io vi passo il racconto, cosi‘ siete aggiornati anche voi.

Mercoledì scorso Shadi ha portato le sue pecore a pascolare nella valle di Mashaha, sotto l’oupost illegale di Havat Ma’on, una zona dove spesso i coloni aggrediscono i pastori. Mentre pascolava il suo gregge, alcuni coloni israeliani hanno sparato verso il gregge colpendo due pecore e il montone.
Per oltre sei ore Shadi ha raccontato la sua storia: alla polizia israeliana, poi ai militari israeliani intervenuti, poi di nuovo alla polizia; poi agli agenti della sicurezza della colonia, anche loro armati. Ha poi ripetuto il racconto diverse volte ad inconsapevoli soldati israeliani: mentre Shadi raccontava la violenza fatta al suo gregge, i soldati diventavano improvvisamente molto interessati alle rocce e al terreno li‘ intorno o si muovevano a disagio da un piede all’altro. Il racconto di Shadi rendeva i soldati indifesi: tutte le loro armi e l’equipaggiamento militare non li proteggevano dalla verita‘ del racconto di un’ingiustizia subita.
Il giorno dopo, in risposta alla sparatoria, molti pastori palestinesi da tutte le colline a Sud di Hebron si sono riuniti per pascolare assieme: pastori, pecore e capre punteggiavano la valle di Mashaha e le colline attorno. Shadi era il pastore piu‘ vicino all’avamposto, quello piu‘ a rischio in caso di attacco.

Non troverete Shadi e i pastori delle colline a Sud di Hebron sui giornali, il loro coraggio e la loro fiera determinazione non saranno raccontato dai telegiornali, ma sono loro i protagonisti della resistenza nonviolenta e i nostri maestri per impare a resistere con dolcezza e fermezza alle strutture e alle situazioni di oppressione, qui in Palestina e a casa nostra.

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